BASTIANA
ANGELO DI MONTECRISTO
Marina
di Campo, 3.10.2005 – Il pomeriggio di sabato scorso è stato
meraviglioso. Ho incontrato Gino e Elena Tesei per conoscere i genitori
Francesco e Bastiana, guardiani sull’isola di Montecristo. Abbiamo
parlato per ore, con emozioni di gioia e momenti di melanconia. Con il
procedere dalla conversazione, si rafforzava la bellezza dell’immagine
di Bastiana, chiamata l’angelo di Montecristo. Nata a S. Ilario nel
1900, Bastiana sposa Francesco nel 1917. Passò buona parte della sua vita
a Montecristo e si impegnò molto per la famiglia. Mite nel comportamento
e spesso riflessiva, trovò sempre in sé le energie per superare i
problemi. Dallo sguardo, attraverso gli occhiali, traspariva la sua
sensibilità.
Agli
inizi del 1900, Montecristo era un’oasi naturale. Vedendo cale e
calette, si era sorpresi dal verde perenne della macchia mediterranea.
L’isola, che si trova a 24 miglia a sud-est dell’Elba, manifestava
meraviglie allo stato naturale vecchie di secoli e profumate
dall’originale purezza della natura. La vegetazione cresceva rigogliosa
con pini maestosi e felci giganti. Montecristo viveva fra realtà e
leggenda. La sua storia è misteriosa. Fu chiamata Okrasa dagli Etruschi,
Artemisia dai Greci, Oglasa e
Mons Jovis dai romani e quindi Mons Christi nel Medioevo. Nel 445 d.c. San
Mamiliano, arcivescovo di Palermo, a seguito di persecuzioni, si rifugiò
su Montecristo, nella grotta chiamata poi
“Grotta del Santo”. I
seguaci, costruirono un Monastero che nel 1553 fu attaccato dal pirata
Dragut, al servizio del sultano turco Solimano II che fece razzie. Si
racconta che rapì anche il famoso tesoro. Alcuni secoli dopo George
Watson Taylor acquistò l’isola che nel 1889
passò al fiorentino Carlo Ginori. Questi per comunicare con
Firenze addestrò i piccioni viaggiatori. Ospitò lo scrittore Renato
Fucini e il musicista Giacomo Puccini. Vittorio Emanuele III, Re
d’Italia visitò l’isola e la ottenne come riserva di caccia.
Introdusse mufloni sardi e
capre montenegrine. I Sovrani passarono giorni felici a Montecristo,
sempre più selvaggia e romantica. Elena amava trascorrere il tempo, nel
silenzio delle cale e col profumo del rosmarino.
Verso
il 1920 si diffuse la presenza di pescatori, forniti di barche a vela ed a
remi, nelle acque di Montecristo. Il mare era ricco di corallo e di
aragoste. L’isola forniva piccole insenature in caso di tempeste e le
grotte davano sicuri ripari.
La
casa Reale aveva bisogno di guardiani per Montecristo. Furono scelti Mario
e Lucia Galli, campesi. Mario, detto Abbrivo, s’impegnò con grande
coraggio ma rimase poco. Nel 1922, Tesei Francesco e la moglie Bastiana,
con il figlio Gino di appena cinque anni, decisero di fare i nuovi
guardiani. Amarono l’isola avendo ottimi rapporti con i Sovrani. La
Regina Elena fu spesso amabile con Bastiana. Quando questa ebbe una
figlia, fu chiamata Elena, in onore della Regina. Gino, nato sordomuto,
andò a studiare nel Collegio di Rovezzano,
fino a 20 anni. La Regina Elena pagò tutte le spese.
I
pescatori ponzesi che pescavano presso Montecristo, Stefano, Giovannino,
Aniello e Silverio Sandolo, Aniello Vitiello, ebbero buoni rapporti con i
guardiani e con i Sovrani. Vittorio Emanuele III e la Regina Elena si
interessarono presto alla pesca. Stefano Sandolo, presentato da Bastiana,
lavorò per i Sovrani sullo yacht Jela e spesso pescò con loro.
I
guardiani dovevano risolvere problemi di sicurezza e ospitalità. Con le
tempeste, Bastiana si preoccupava degli amici pescatori e delle loro
famiglie. Capiva che bisognava far riparare le barche in qualche cala o
caletta in caso di necessità. Si interessava ai pescatori quando erano
malati. Parlando con la Regina Elena chiese di costruire, a Cala Maestra,
un magazzino per i pescatori. Il
magazzino, approntato, fu usato per tenere gli attrezzi da pesca,
per riposare e per cucinare. Negli anni successivi Agostino Aprea,
Giuseppe e Raffaele Calisi pescarono
fra Montecriso e l’Africhella e si fermarono ogni tanto a
Montecristo dormendo nel magazzino. Incontrando Bastiana, ripetevano
sovente: ”Grazie, sei un angelo!”.
I
guardiani andavano talvolta all’Elba per motivi di salute. La vita
procedeva bene, con qualche con disagio. Bastiana si impegnava nei vari
servizi. Il marito si occupava dei frutteti,
del controllo della costa, della ... caccia con il Re. Bastiana ha grandi
benemerenze per le cure rivolte ai soldati della postazione militare. La
chiamavano l’angelo di Montecristo.
La
guardiana ritornò all’Elba nel 1943 mentre Francesco rimase a
Montecristo per poi spostarsi a Piombino dopo una lunga odissea e
ritornando successivamente sull’isola, per urgenti verifiche. Mesi prima
Francesco poteva comunicare, a mezzo telegrafo,
con il Podestà e con il Re. Inoltre possedeva una Radio galena per
ascoltare le notizie locali e nazionali. Dopo lo sbarco degli alleati a
Marina di Campo, il 17 giugno 1944, Elena e la madre arrivarono a
Montecristo con la barca di un pescatore e cercarono di aiutare Francesco
nel caos del momento. Rimasero tre mesi sull’isola completamente isolati
e fecero ritorno all’Elba dopo complesse vicissitudini. Francesco lasciò
l’isola, senza corrente elettrica e con carenti mezzi di comunicazione,
appena saputo dei risultati del referendum del 2 giugno 1946.
Dopo
la famiglia Tesei, Montecristo attese oltre dieci anni per riavere i
guardiani. I primi furono Millo e Milla Burelli (1956-68) e poi Amulio e
Anna Galletti (1968-84), Giovan Battista Muti (1984-88), Paolo e Serenella
Del Lama (1988-2002) e due altre famiglie che rimasero per poco.
Infine arrivarono Goffredo
e Carmen Benelli (2002-......).
Silverio
Avellino detto Silverietto, Claudio Feola, Benedetto di Meglio, Elbano
Sandolo e Francesco Feola detto Topolino, Gaetano Avellino, parlano dei
loro padri che pescavano, senza grandi problemi, fra Montecristo e l’Africhella.
Hanno parlato anche della loro attività e del sereno rapporto con i
guardiani. I vecchi pescatori Donato e Angelo Feola, Pompeo Mazzella,
Giuseppe Avellino, Agostino Aprea, ricordano ancora la pesca fruttuosa
attorno all’isola abbandonata.
Nel
1946, dopo molte incertezze e nel disagio economico, Bastiana decise di
ricominciare, con spirito forte, la vita all’Elba. Dette coraggio a
tutta la famiglia. Fece la contadina e si impegnò, con il marito, in
piccole attività commerciali. Morì l’8 gennaio 1957. Fu sepolta a S.
Ilario. Sulla tomba ogni
tanto una mano sconosciuta pone
un fiore.
Oggi
Montecristo, che è Comune di
Portoferraio e fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano,
viene protetta da agenti del Corpo
Forestale dello Stato che affiancano
i guardiani. L’isola è una Riserva naturale. Sin dal 1977 è
nella Rete Europea delle Riserve Biogenetiche. Nel 1988 venne istituita
una zona di tutela biologica intorno all’isola. Si ricorda la visita del
15 luglio 1991, fatta da Don Giorgio Mattera e Mons. Comastri (Vescovo),
assistiti dal Corpo Forestale. Don Gianni Mariani, Parroco di Marina di
Campo, era presente con devoti alla Messa celebrata nella Grotta di San
Mamiliano.
I
figli parlano dei loro genitori con amore. Le facce di Elena e Gino sono
illuminate. Elena racconta del passato e sente Montecristo nel cuore. Ha
avuto momenti difficili. Dopo la morte del marito, vive col fratello,
anche lui senza la moglie. Quando è in casa Manuela, la figlia di Elena,
la loro vita rifiorisce. Elena continua “Era il Paradiso
Terrestre e amavamo quell’armonia. I miei erano veri montecristini!”.
E poi: “Ricordo ancora, all’età di dieci anni, le passeggiate con mia
madre presso la chiesina di Cala Maestra, ormai distrutta. Risento il
sapore di carubbe, gelse e uva fragola. Rivedo le lucertole al sole, i
conigli selvatici, i mufloni, il passaggio dei colombi e poi ...mia madre
che mi guarda dolcemente mentre gioco sulla spiaggia”. E infine“
Durante la guerra, a Montecristo, mia madre pensava alla famiglia ma si
dedicava anche ad altri. Incontrando i vecchi pescatori ricevo cenni di
saluto e poi ... un sorriso”.
Lascio
la casa con il magone. Elena e Gino sono felici. L’immagine di Bastiana
è sempre più impressa nella nostra memoria. Cammino nelle vie dove i
turisti fanno baldoria. Penso all’isola incantevole, ai profumi
selvaggi, ai profondi silenzi, al ritmo delle onde e agli echi lontani.
Risuona la voce di Elena “ Era il Paradiso Terrestre”.
Raffaele
Sandolo
elbasun@infol.it